steiner waldorf

Ieri pomeriggio ho partecipato alla conferenza sul tema “La pedagogia secondo Rudolf Steiner“, vabbè inutile dire che ho lasciato in quell’aula un pezzetto di cuore.

Quattro esperti in materia ci hanno illustrato i loro ruoli e le loro conoscenze su questo immenso tema che ovviamente non poteva essere descritto in così poco tempo, ci hanno dato solo  un piccolo ma grande assaggio di quel mondo ancora troppo poco conosciuto che è Il Pensiero Steineriano.

La conferenza è stata però molto tecnica, la pratica del metodo è stata appena sfiorata e ora mi trovo in difficoltà a riportarvi il discorso perchè molto complesso.

Ho pensato quindi di approfondire nel tempo i temi dominanti della conferenza, per ora vi parlo un pò di Steiner in generale che tra l’altro è ciò che ha fatto la prima persona che ha preso  parola ieri, la Professoressa ordinaria di Roma Tre, facoltà di Scienze della formazione.

La pedagogia Waldorf fu elaborata nel 1919 dal filosofo scienziato austriaco Rudolf Steiner per i figli degli operai della fabbrica di sigarette Waldorf-Astoria di Stoccarda ed è oggi diffusa in 80 paesi dei cinque continenti con circa 870 tra scuole, asili e centinaia di migliaia di alunni.

Essa mira a sviluppare individualità libere, in grado di continuare ad imparare dalla vita. Va in questa direzione cercando di riconoscere, coltivare e portare a manifestazione le potenzialità di ciascun bambino, rispettando i tempi della sua evoluzione fisica e interiore.

Il bambino è un essere in divenire e importanti trasformazioni sono in relazione a diverse fasi di sviluppo. Queste sono legate ad un ritmo di settenni. L’approfondita conoscenza dei processi di sviluppo permette all’educatore di coglierli e accompagnarli con interventi pedagogici adeguati. Grande importanza hanno le conoscenze su come, parallelamente a importanti mutamenti fisici, si evolvono gradualmente le facoltà dell’animo umano: volere, sentire e pensare. Per un sano sviluppo del bambino, è necessario cercare un equilibrio dinamico, in altre parole un “respiro” tra due correnti.

  • Da un lato devono essere educate le capacità di accogliere e comprendere il mondo esterno attraverso un affinamento dei sensi e, successivamente, la conquista di un rigoroso pensiero riflessivo.
  • Dall’altro bisogna curare nel bambino tutto ciò che lo rende attivo: il movimento fisico, la fantasia, l’espressività, la creatività, l’iniziativa. Sono infatti questi ultimi aspetti che nell’epoca contemporanea dominata dalle informazioni, dalle macchine e dalla realtà virtuale, rischiano di venire trascurati; il che può comportare un impoverimento dell’esperienza del bambino e, soprattutto, pregiudicare la formazione di una sana e forte capacità di inziativa autonoma.

Fin dalla nascita del bambino i genitori possono trovare, nel patrimonio conoscitivo offerto dalla pedagogia steineriana, indicazioni concrete a proposito di salute, alimentazione, ritmo, approccio educativo e tutto ciò che riguarda la vita del piccolo ed il modo migliore per aiutarlo a crescere.

Non mi dilungo troppo, la prossima volta vi parlerò di altri aspetti di questa pedagogia che mi ha conquistato e che spero possa diffondersi sempre di più anche qui in Italia perchè la società di oggi ne ha proprio bisogno!

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